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VIDEORACCONTO FAVOLA DEL MOSTRO PELOSO

Loredana legge la favola de “Il mostro peloso” di Henriette Bichonnier – Pef Emme edizioni 2014.Una favola divertente sul significato delle apparenze per ragazzi dai 5 agli 11 anni.

La strega di Asso

di Roberto Zanardo

wall-clock_300.jpg Tempo di lettura: circa 5:00 min

ponte oscuro asso vallassina

Asso e la Vallassina

Nelle valli della Lombardia, quando l’Italia sta per finire e a poca distanza inizia la svizzera, c’è un lago grandissimo che ha la forma di una ypsilon rovesciata.

Circondato da colli, colline e monti, alcuni dei quali particolarmente imponenti con nomi forti derivati dalla storia del luogo e dalla forma degli stessi: la Grigna, il Grignone…il Resegone.Monti bellissimi di un verde rigoglioso nelle estati e di forme ben più definite negli aridi inverni.

Quasi in centro tra I due rami del lago, tra le due linee inferiori di questa ypsilon rovesciata (o superiori se la si guarda quando è dritta) c’è un piccolo paese molto importante, con una storia millenaria.

Un paesino che addirittura ha dato il nome a tutta la valle nella quale si trova.Asso.E la Vallassina è appunto la valle cui da il nome.

Un paese che ha una storia antica di ponti, monasteri, chiese e leggende.

La leggenda più famosa narra di Sant’Apollonia, di cui i Vallassini riportarono un dente, addirittura dalla Palestina, e che da allora divenne protettrice della città.Da allora ancora oggi è usanza accendere a Febbraio le luci del Natale da poco trascorso.

Streghe in Vallassina

Nella stessa zona inoltre ci sono diverse testimonianze di streghe più o meno buone.Ma la più importante era quella di Asso.

Una di queste streghe, della vicina Valbrona, fu accusata e presa ‘di mira’ dai contadini della valle perchè aveva sempre i raccolti migliori dei loro e si professava curatrice di vari mali con le erbe del territorio.

Ancora oggi è ricordata da grossi lastroni a forma di croce sul sentiero che porta alla vicina alpe di monte, raggiungibile sul monte Megna direttamente da Asso o dalla confinante Valbrona.

Le due streghe erano molto amiche e spesso si trovavano al crepuscolo sul Ponte Oscuro.

Qui si trovavano ogni ultima luna per scambiarsi segreti e danzare, chi le vedeva diceva che si muovevano in un modo molto strano e si allontanava il prima possibile.

Si narra anche si trovassero al Pian del Tivano, su un grande prato, con altre streghe della valle,

Accendevano un fuoco sui prati collinari illuminati dal chiarore della luna con un grosso pentolone al centro e si disponevano a cerchio muovendosi lentamente ritmicamente per evocare chissà quale demonio.

Eravamo tra il 1500 e il 1600 e ovviamente tutte quante fecero una brutta fine…

Giorni d’estate

Ellise era una ragazzina molto perspicace e sveglia, si era trasferita in quel paese da poco meno di un anno, aveva vissuto in vari posti nonostante la sua giovane età.

Aveva vissuto per diverso tempo in una meravigliosa villa degli anni ‘70 con una vista splendida su quel lago, che a detta di molti era il più bello del mondo.

Era stata in città e nell’hinterland del nord Italia vicino alla metropoli.Aveva vissuto per qualche mese a Malta, un’isola nel mar mediterraneo con un mare cristallino pieno di pesci di tutti I tipi che ti venivano ad ‘assaggiare’ la pelle appena entravi in acqua.Ancor prima di compiere I dieci anni di età aveva già provato diversi stili di vita e diverse esperienze.

A volte sembrava taciturna e a volte esplosiva, ma in qualche modo ogni volta che entrava in contatto con l’acqua si risvegliava nella sua piena felicità e voglia di vivere.

Asso, attraversata da un fiume e vicina a diversi laghi, era un buon posto per lei.E forse per un pò avrebbe potuto anche viverci serenamente.

Una sera Ellise e la sua cuginetta Julie, che era venuta a stare qulche giorno da lei, decisero di fare una passeggiata per la parte alta del paese.

Era una fresca sera di inizio estate, con i blandi raggi del sole che avevano battuto sulla casa per tutto il pomeriggio, non troppo per esserne accalorati ma abbastanza per aver voglia di un pò di fresco.

Qundi verso sera, quel giorno, fecero qualche passo nel fiume. L’acqua era ancora troppo fredda per resistere più di qualche minuto ma loro ci provavano lo stesso!

“Possiamo andare a fare un giro qui intorno così faccio vedere il ponte oscuro a Julie?” disse Ellise alla mamma.”Certo, se anche papi è d’accordo e vi portate il telefono, non c’è problema”.”Yee!” risposero le ragazzine in coro.

Partendo da casa attraversarono quindi un piccolo ponte e si inoltrarono tranquillamente per le viuzze del paese.Il percorso era inizialmente in leggera salita tra alcune case, si girava, ancora in salita, verso destra e poi si incontrava una roggia al margine sinistro della strada, si proseguiva in leggero piano e discesa alternati per raggiungere finalmente il Ponte Oscuro di Asso.

Il ponte oscuro

Il ponte sovrastava di quasi 30 metri un brusco dislivello del fiume che generava un’impetuosa cascata tra le rocce: L’orrido di ponte oscuro.

C’era ancora molta luce essendo quel giorno il solstizio d’estate, così raggiunto il ponte, decisero di proseguire ancora un pò.

Da lì Ellise aveva scoperto un punto dal quale scendere verso il fiume e dove si trovavano delle belle pozze nelle quali ci si sarebbe potuto fare un bagno appena la stagione sarebbe diventata più calda.

Proseguirono ancora un pò e si trovarono nei pressi di alcuni ruderi abbandonati a ridosso del corso d’acqua.

ponte oscuro asso vallassina

Ellise spiegava a Julie di quando vi era stata l’estate scorsa e Julie cominciò a fare domande e raccontare incessantemente com’era solita fare: “una volta sono stata su un fiume, c’era un signore che pescava, quando ne prendeva uno a volte lo lasciava libero e lo ributtava in acqua, poi attaccava un altro verme o una cosa alla canna da pesca, sai a quel filo pieno di cose? Una è colorata, quella che galleggia in acqua, non so come si chiama…”

Era fantastica e avrebbe continuato a parlare all’infinito, anche inventandosi qualcosa pur di poter proseguire nel suo racconto!

Le due ragazzine si sedetterò su una roccia ad osservare i ruderi abbandonati e lo scorrere del fiume.Continuando a parlare e ogni tanto a guardare il loro telefono per rispondere ai vari messaggi e condividere le immagini di quel momento, si fecero delle pose buffe e le inviarono alle loro amiche.Non potevano aspettarsi minimamente quello che sarebbe successo nei prossimi istanti.

A un certo punto arrivò un sibilo e l’aria divenne man mano più fresca.Poi gelida.Un figura vestita di bianco le guardava come sospesa da una pozza al centro del fiume.Le ragazze si irrigidirono senza neanchè guardarsi.

La figura, che aveva le braccia lungo il corpo, alzò lentamente il braccio destro, come se volesse indicarle…

Fu in quel momento che scapparono a gambe levate senza voltarsi mai.Arrivarono a casa ancora spaventate e si misero subito a dormire.O almeno a provarci.

I giovani di quell’età e di questa generazione sono abbastanza abituati a tutto e spesso non sono particolarmente impressionabili da cose che normalmente ci terrorizzerebbero.

Per cui le ragazze dopo pochi giorni fecero finta di dimenticare quanto accaduto come se non fosse mai successo o fosse stato solo frutto della loro fervida immaginazione.

Così, dopo qualche giorno Ellise disse alla cugina: “Vuoi vedere una cascata da vicino?” E Julie, com’era solita fare, rispose con entusiamo: “SIII!”

Alla cascata

Si avviarono un pò prima, in piena luce (ancora un pò scosse dal ricordo di quella sera) e raggiunsero la cascata.

Si sedettero su una panchina su un bel giardino proprio di fronte alla cascata e cominciarono a parlare.

Poco dopo arrivò una signora anziana, con i capelli bianchi molto lunghi e chiese loro: “posso sedermi qui con voi ?” le ragazze risposero, con non molto entusiamo: “si…va bene”.

Le due cugine continuarono a parlare tra di loro mentre la donna osservava la cascata con un leggero sorriso sulle labbra.

A un certo punto la signora esordì con un sospiro: ”Aah…” “amo questo posto…”  ”E’ un posto semplice, ci sono molte cascate più belle di questa… ma questa è la mia cascata e mi è mancata moltissimoo…”

Le ragazzine la guardarono e notarono una leggera somiglianza con l’apparizione di qualche sera prima e sulle prime rimasero come…’bloccate’.

Ma in fondo era probabilmente frutto della loro immaginazione e sicuramente si trattava semplicemente di una villeggiante che in quel periodo si era trasferita da quelle parti.

La signora raccolse qualche foglia e disse: “vedete questa ? E’ la piantaggine, è un tipo di pianta che cura le punture d’ortica, per questo crescono spesso vicine.” Ellise in realtà già lo sapeva ma Julie rimase incredibilmente affascinata e le chiese: “e quella ? cos’è ? serve a qualcosa ?” Stava indicando delle foglie di tarassaco e la signora esclamo: “Brava! Quella serve a tutto! Si può mangiare tutto di quella pianta e fa benissimo!”

“UAO! Davverooo ?” esclamò Julie.

“Sì, certo.” La signora sorrise e si rimise immobile ad osservare la cascata.

Ellise e Julie erano tranquille ma erano anche un pò imbarazzate da quella presenza e quella signora aveva qualcosa di ‘strano’ per cui decisero di andare.Spesso non facciamo caso al nostro comportamento talmente siamo persi nei nostri pensieri.Così si alzarono e se ne andarono dicendo un timido e quasi inudibile “ciao”.

La signora si girò e disse loro un quasi sussurrato “Arrivederci…” che aveva in sè un qualcosa di lievemente inquietante.

Il lago del mistero

I giorni successivi trascorsero normalmente: le due cugine stavano in casa e ogni tanto facevano una capatina sul fiume di fronte.

Fu qualche giorno dopo che decisero di fare un giro qualche decina di metri più avanti in quello che Ellise chiamava: ‘il lago del mistero’, di fatto non era altro che una pozza un pò più profonda dove andava con suo padre in inverno, quando la vegetazione era diradata e lo permetteva.In questo periodo bisognava andarci per forza passando attraverso il fiume.Però era bello, sembrava davvero un lago! Ed era pieno di pesci!

Così quella sera, poco prima di cena, le due ragazze decisero di andarci.

Si sedettero su una roccia a giocare a chi riusciva a contare più pesci: “’uno…lì, due ,tre…un altro lì!” “io ne ho contati sei!” “io sono a cinque ma ti raggiungo presto!”

Si alzarono e andarono in due diverse direzioni costeggiando la riva intorno al ‘lago’ per trovare più pesci.

Ellise a un certo punto ne vide alcuni gialli. ‘Strano’ pensò tra sè e sè -non ne avevo mai visti prima di quell colore nel fiume-, i pesci sembravano aumentare ed essere sempre di più, alla fine guardò bene e sembravano comporre un disegno, anzi una vera e propria immagine come di un fuoco che bruciava, guardò ancora meglio e il fuoco alimentava una pira di legno con un palo al centro e una donna che bruciava e urlava!

Si ritrasse spaventata e corse dalla cuginetta, dicendole nervosamente “andiamo, ANDIAMO!”Corsero dentro il fiume verso casa, con il fiume che Ellise notava diventare sempre più ‘giallo’ come se quella maledizone le stesse inseguendo e gridò alla cuginetta: ‘CORRI!!!’.

Finalmente arrivarono a casa.

Ellise non disse nulla di quello che aveva visto alla cuginetta per non spaventarla ulteriormentePerò cominciavano davvero a succedere cose molto strane.Un pò troppo spesso.

Di sera, nel suo letto, Ellise ripensò a quella scena e scorse nella donna un viso famigliare…”SI!” Era proprio la donna che avevano incontrato sotto la cascata qualche giorno prima!

Una signora molto particolare

Nel frattempo nel paese si vociferava di una signora molto particolare.

Il paese era un punto di passaggio abbastanza turistico per le varie passeggiate e le bellezze del territorio circostante.

Quindi nessuno inizialmente ci aveva fatto caso, poteva benissimo essere una comune villeggiante.

Ma c’erano stati diversi eventi in qualche modo legati a lei che cominciavano ad alimentare voci di ogni tipo.

Era successo che trovarono un uomo intento a ‘mangiare’ tutto ciò che trovava per terra.

Alcuni dissero che stava passeggiando per la via centrale del paese e incrociò la signora dai lunghi capelli bianchi.Pare che la signora lo avesse visto buttare con noncuranza un mozzicone di sigaretta per terra e gli avesse detto due parole guardandolo negli occhi e continuando a camminare come se nulla fosse.

Subito dopo l’uomo si mise a percorrere la strada carponi come se fosse affamato e mangiando tutti i mozziconi e ogni sorta di rifiuto trovasse per terra!

Altri raccontarono di averla vista nei pressi della torre dell’antico castello con le mani alzate come se stesse inveendo contro qualcuno.

Ci fu anche un caso strano nel vicino ospedale.Un uomo di un paese vicino venne ricoverato con lo stomaco pieno di ‘sassi’.

Il dottore disse che sembrava quasi qualsiasi cosa mangiasse si trasformasse in pietra.

Anche in quel caso qualcuno affermò che era un muratore che scaricava I resti dei suoi lavori nei sentieri e nei pressi del fiume e che una sera aveva ‘incontrato’ la bianca signora.

Ma alcuni avevano anche notato delle similitudini con fatti avvenuti parecchio tempo prima: durante l’ultima peste si narrava anche di una donna, molto ricca, cui il marito aveva lasciato diverse proprietà, che era nota per il suo comportamento sprezzante e altezzoso.Pareva avesse avuto anch’ella a che fare con una strana signora dai lunghi capelli bianchi.

Si dice che la signora in questione, Marilde, aveva affittato uno dei suoi terreni ad una famiglia di onesti lavoratori.L’accordo era che la metà del raccolto andasse a lei.

Al sopraggiungere della peste il padre non potè lavorare il terreno e ovviamente non potè disporre di nessun raccolto.

Ma la signora Marilde fu inflessibile nonostante la famiglia avesse sempre mantenuto il suo impegno.

Si dice che in uno dei sentieri che porta nei boschi videro una signora dai lunghi capelli bianchi ‘parlare’ con una roccia come se fosse una persona. Un contadino che passava di lì riferì che la Bianca signora era come in uno stato di trance e di udire in maniera indistinta alcuni sussurri: ’dura come il tuo cuore.. questa roccia…il terreno che non da nulla…così diventerai…’

E da allora della signora Marilde non si seppe più nulla.

Le voci aumentavano, ma per fortuna, raramente si vedeva in paese, era diventata una figura inquietante e la gente quando la intravedeva cercava di cambiare strada il prima possibile.

Passò tutta l’estate e la gente del paese ormai se l’era dimenticata.

Autunno

Ricominciarono le scuole, i ragazzi affollavano il cortile, gli anziani facevano di mattina presto le loro commissioni e tutto procedeva come sempre nel piccolo borgo.

Ellise si trovava con qualche amica lungo il tragitto che la portava a scuola, a volte si fermavano insieme a prendere una focaccia nel piccolo panificio e poi procedevano insieme di buon ora per l’inizio delle lezioni.

A volte si trovavano sulla bella scalinata che portava alla chiesa principale e proseguivano da lì.

Arrivò anche Ottobre e velocemente anche Novembre.Fu proprio la mattina del 31 Ottobre che Ellise, che non voleva mai arrivare in ritardo a scuola, arrivò molto presto alla scalinata.La sua compagna non era ancora arrivata per cui si sedette ad aspettarla esattamente a metà scalinata.Guardò il telefono, come al solito, e vide il messaggio della sua amica che le diceva che sarebbe arrivata il prima possibile perchè non trovava un libro.Letto il messaggio Ellise si guardò intorno, persa nei suoi pensieri e ancora mezza addormentata dal recente risveglio.Lo sguardo le sì posò sulla torre del castello alla sua destra.

Sapeva che oramai la torre era diventata un edificio residenziale con all’interno diversi appartamenti, quindi non si stupì di vedere all’ultimo piano una signora affacciata alla finestra.

Anche se in realtà non era propriamente affacciata, era semplicemente in piedi dietro la finestra, sembrava la guardasse.Da così lontano era difficile vederne il volto, sembrava avere solo i capelli un pò lunghi e una comune vestaglia bianca.A un certo punto però fece un movimento che la ragazzina riconobbe immediatamente, il suo braccio si alzò lentamente come ad indicarla.A Ellise si gelò il sangue.Si alzò di scatto e percorse velocemente la parte restante della scalinata per dirigersi verso la scuola.

Ma appena raggiunse il sagrato della chiesa, di fronte all’antico portone, di colpo si trovò di fronte le signora dai lunghi capelli bianchi.

La ragazza rimase bloccata.Ma la signora le parlo gentilmente come quando l’aveva incontrata qualche mese prima alla cascata:’Buongiorno’ disse la signora.

Ellise, che come molti giovani non sono abituati a dire ‘Buongiorno’ alle persone più grandi, soprattuto se anziane, sostituendolo con un universale “Ciao”, tirò fuori comunque un “B-Buongiorno..” tremolante di paura.

“Non temere, non voglio farti del male.Mi dispiace averti fatto spaventare, non sono cattiva, tranne con le persone che se lo meritano…ho solo bisogno di qualcuno che sappia comprendere il mio messaggio”.Fece un lunga pausa poi sospirò: “Ero una persona normale, una ragazza appassionata di piante, coltivazioni e colture.Amavo questa terra ma le persone hanno cominciato ad accusarmi di ogni sorta di falsità perchè non capivano come facessi ad avere raccolti così abbondanti e come curassi molte malattie con le piante.Alla fine sono stata bruciata su un rogo.”

“La stessa sorte è toccata alla mia cara amica di Valbrona.Ci trovavamo spesso sul ponte oscuro ed eravamo talmente prese dalle nuove scoperte che facevamo sulle piante e le coltivazioni che facevamo un gran gesticolare per descrivercele a vicenda!”

ponte oscuro asso vallassina

“Sono stata chiusa in quella torre per così tanto tempo.Mi è mancata tantissimo la mia cascata, la mia terra, i miei monti, le mie erbe…perchè sono stati tanto cattivi con me? Volevo solo fare del bene ed aiutare la gente per quel che potevo.”

Smise di parlare osservando la vecchia torre come stesse guardando nel vuoto.Poi riprese:“L’invidia e l’ignoranza mi hanno ucciso ma il mio spirito non si fermerà mai.La mia anima non ha mai avuto pace per l’ingiustizia subita.Ma forse ora che sai la verità e potrai trasmetterla finalmente potrò stare serena.’

La signora fece un bel sorriso alla ragazza e l’accarezzò sulla guancia.Ellise ricambiò il sorriso e sentì la mano sul suo viso che lentamente perdeva consistenza fino a dissolversi completamente lasciando intorno un dolce e fragrante profumo di sambuco.La ragazzina sussurò ancora paonazza, con voce impercettibile: “Arrivederci…”

Ellise cominciò a raccontare alle sue amiche quello che aveva visto e quello che le disse la signora.La leggenda passò di casa in casa e si diffuse nelle valli circostanti.

La strega di Asso aveva finalmente trovato giustizia.

Illustrazioni a cura di Fabrizio Chierichetti

Ninna nanna in dialetto di Savona

Un nostro visitatore ha lasciato nei commenti una bellissima ninna nanna che, in maniera molto interessante, Google translate riconosce come linguaggio ‘Corso’, ve la riporto:

Ninna nanna, stamme quetu, cosu cтu, nu fт u sapin ; sиra i euggi, dormi, angietu, fa’ a nanа, bellu banbin ; angiu bellu du Segnu, dormi fin che u spunte u su, angiu bellu de mamа, nanna nanna, nanna na. ( Sta’ chi a-u cтdu in ta teu cщna cumme in oxelin da nмu ; ninna nanna, cosa buna, mi respiu c’u teu respiu, ti t’ й a sciua du m й giardin, ti й de laete in seggelin e u demuйlu da mamа nanna nanna, nanna na. (

Facendo una ricerca sono risalito alla versione originale da questo sito dove se ne trovano altre in vari dialetti:

NINNA NANNA,
STAMME QUETU

Ninna nanna, stamme quetu,
 cosu còu, nu fò u sapin ;
 sèra i euggi, dormi, angietu,
 fa’ a nanà, bellu banbin ;
 angiu bellu du Segnu,
 dormi fin che u spunte u su, 
 angiu bellu de mamà, 
 nanna nanna, nanna na.



Sta’ chi a-u còdu in ta teu cùna
 cumme in oxelin da nìu ;
 ninna nanna, cosa buna,
 mi respiu c’u teu respiu,
 ti t’ é a sciua du m é giardin,
 ti é de laete in seggelin
 e u demuélu da mamà
 nanna nanna, nanna na.

La traduzione:

NINNA NANNA,
STAMMI QUIETO

Ninna nanna, stammi quieto,
 cosina cara, non fare il broncio ;
 chiudi gli occhi, dormi, angioletto,
 fa’ la nanna, bel bambino ;
 angelo bello del Signore
 dormi fin che spunti il sole,
 angelo bello della mamma,
 nanna nanna, nanna na.



Sta’ qui al caldo nella tua culla
 come un uccellino nel nido ;
 ninna nanna, cosina buona, 
 io respiro col tuo respiro,
 tu sei il fiore del mio giardino, 
 tu sei un secchiellino di latte
 e il giocattolo della mamma,
 nanna nanna, nanna na.

Se avete altre Ninna Nanne o Filastrocche inviatecele, le pubblicheremo più che volentieri.

E’ davvero interessante scoprire quante Ninna Nanne ci sono nel mondo e nei vari dialetti.

Oggi qualcuno dal Canada ha comprato il nostro libro (in italiano), magari per imparare la lingua, c’è un mondo di culture che si scambiano, anche solo parlando di filastrocche popolari e ninna nanne che è davvero stupefacente da scoprire.

Uso dei dispositivi elettronici e controllo genitori per bambini e adolescenti

Uso dei dispositivi elettronici e controllo genitori per bambini e adolescenti

Parliamo di un argomento di grande attualità e vediamo anche alcuni metodi per configurare i dispositivi elettronici, tablet e smartphone per il controllo genitori.

Uso degli smartphone negli ultimi anni

Quando è nata mia figlia, nel 2007, ancora non c’era stata una gran diffusione di smartphone tablet etc. Infatti diciamo che lei, almeno fino ai 7/8 anni non aveva molta dimestichezza con questi dispositivi anche perchè anch’io per esempio il mio primo smartphone l’ho avuto solo nel 2015.

Ma infatti è proprio negli ultimi 5 anni che c’è stata una crescita esponenziale all’ennesima potenza!

Tutti i bambini nati più o meno da quella data diciamo che nascono già con questi dispositivi incorporati!

E’ una battuta ovviamente ma, purtroppo, non si discosta tanto dalla realtà. Fin da quando riescono ad afferrare gli oggetti gli si caccia in mano lo smartphone ( oppure sono loro che ce lo strappano di mano;)

In ogni caso, cominciano davvero molto presto ad avere a che fare con questi dispositivi, che hanno lo scopo di distrarli, intrattenerli,  calmarli e così via. Alzi la mano chi non lo ha mai fatto!

Anche i genitori più intransigenti sono caduti in questa tentazione almeno qualche volta. Ci giustifichiamo dicendo che lo fanno tutti o “solo per stavolta” non si può fare altrimenti in alcune circostanze per stare tranquilli e poter avere una conversazione decente con qualcuno….e così via.

Pro e contro

Senza voler demonizzare il tutto, vorrei analizzare insieme a voi i pro e i contro che questo uso promiscuo ed eccessivo comporta. In special modo nei bambini al di sotto dei due anni. Ci sono diversi studi a riguardo. Quasi tutti gli esperti sono concordi nel dire che un’esposizione precoce e continua nei soggetti piccoli è altamente rischiosa.

Dall’esperienza personale e documentandomi sui vari siti ho trovato questi 10 punti da considerare:

1. Rapida crescita del cervello

Tra 0 e 2 anni, il cervello dei bambini triplica le sue dimensioni, e continua a svilupparsi rapidamente fini ai 21 anni di età dell’individuo . Lo sviluppo precoce del cervello è determinato da stimoli esterni, o dalla mancanza degli stessi. È stato dimostrato che la stimolazione su un cervello in sviluppo, generata dalla sovraesposizione alla tecnologia (cellulari, internet, iPad, TV), può essere associata a deficit delle funzioni esecutive e dell’attenzione, a ritardi cognitivi, apprendimento compromesso, aumento dell’impulsività e diminuzione della capacità di autoregolarsi, che può tradursi in scatti d’ira.

2. Ritardi nello sviluppo

L’uso della tecnologia limita il movimento. Stando per tante ore davanti al tablet, smartphone t.v. etc . si riduce il tempo che si sta all’aria aperta a giocare liberamente e questo si ripercuote sulla salute a livello psicofisico con anche ritardi nell’apprendimento e deficit dell’attenzione.

3. Obesità sempre più diffusa

I bambini che hanno dispositivi elettronici in camera da letto riportano il 30% in più di casi di obesità. Questo con gravi rischi per la salute sia attualmente che pensando a lungo termine.

4. Privazione di sonno

Spesso i bambini più grandicelli non vengono controllati e i genitori lasciandoli soli in camera la sera con dispositivi elettronici a portata di mano, pensando dormano, non si accorgono invece che si addormentano tardi, perdendo ore importanti di sonno. Questo incide sulla salute e sul rendimento scolastico e sull’umore del bambino. Per non parlare dei problemi di vista dovuti all’uso di questi dispositivi al buio o con luci non sufficienti o idonee.

5. Malattie mentali

L’uso eccessivo della tecnologia è uno dei fattori causali dell’aumento di depressione infantile, ansia, disturbi dell’attaccamento, deficit di attenzione, autismo, disturbo bipolare, psicosi e comportamento problematico.

6. Aggressività

I contenuti violenti dei media possono generare aggressività nel bambino. Troppo spesso i genitori non sanno cosa guardano i figli o a che tipo di videogame stanno giocando. I bambini specie quelli piccoli non hanno gli strumenti necessari per stabilire cosa è appropriato e cosa non lo è.

7. Demenza digitale

I contenuti sempre più veloci dei media possono contribuire allo sviluppo del deficit di attenzione, e alla diminuzione della concentrazione e della memoria, poiché il cervello elimina le tracce neuronali dalla corteccia frontale. I bambini che non riescono a prestare attenzione, non imparano.

8. Dipendenze

Anche noi adulti, nonchè genitori,siamo sempre più incollati alla tecnologia .Questo porta ad un allontanamento dai figli. Generando un circolo vizioso di dipendenza dal quale è difficile venirne fuori.

9. Emissione di radiazioni

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha classificato i cellulari ( e altri dispositivi wireless) come un rischio di categoria 2B (potenzialmente cancerogeno) a causa dell’emissione di radiazioni. Ci sono molti studi in corso e il tema è soggetto a vari dibattiti. Ovviamente passare troppe ore davanti a questi dispositivi non fa bene a nessuno, figuriamoci a bambini!

10. Insostenibilità

Il modo in cui i bambini sono cresciuti ed istruiti alla tecnologia non sono più sostenibili. I bambini sono il nostro futuro, ma non c’è futuro per i giovanissimi che abusano della tecnologia. Un approccio di “squadra” è urgente e necessario per ridurre l’uso della tecnologia da parte dei bambini.

A prescindere da come la si pensi,bisognerebbe prendersi del tempo e soffermarsi a ragionare su quello che possiamo fare per limitare i danni.

Sicuramente parlando anche come esperienza personale avendo una figlia pre adolescente, vietargli completamente l’uso di tutti i dispositivi è impensabile oramai al giorno d’oggi. E otterremmo solo l’effetto contrario perchè lo farebbero di nascosto o comunque si inventerebbero l’impossibile per potervi accedere arrivando a mentire e imbrogliare. Dobbiamo puntare piuttosto a instaurare un rapporto basato sulla fiducia e il dialogo ma anche basato su regole precise. Perchè se è vero che non li si può privare della tecnologia se ne può limitare il tempo.

Google Family Link e applicazioni simili

Per quanto riguarda i bambini più grandicelli e gli adolescenti esistono delle app. molto efficaci, come ad esempio Family Link di Google.

Con questa app è possibile impostare da remoto, con il nostro dispositivo, le regole di base per seguire i nostri figli mentre imparano, giocano e navigano sul Web. Per i bambini di età inferiore a 13 anni Family Link consente inoltre di creare per il proprio figlio un Account Google, con accesso alla maggior parte dei servizi Google.

L’app si installa sia sul telefono di vostro figlio che sul vostro.
Molto importante è l’approccio, al di là delle funzionalità dell’app.

Il concetto è che è un cosa che si fa insieme e non un controllo forzato.

Nel nostro caso abbiamo spiegato che nonostante possiamo essere genitori ‘evoluti’ non saremo mai al livello di chi è nato con questa tecnologia e anche per noi è difficile gestire questi strumenti che sono fatti apposta per tenerci incollati ai loro schermi, esattamente come fece la televisione a suo tempo.

Dobbiamo renderci conto che questo è un problema per loro ma anche per noi e spesso anche noi avremmo bisogno un ‘segnale’ per capire che stiamo restando troppo davanti allo schermo.

Parlandone prima di tutto con nostro figlio, apertamente per spiegare il problema e il potenziale rischio di dipendenza, l’applicazione permette di procedere insieme alla configurazione.

Configurare il limite di utilizzo delle applicazioni

Si può definire un tempo limite, ad esempio di 3 ore al massimo in un giorno, e, volendo, un limite per le singole applicazioni.
Ad esempio: può andarmi bene che mio figlio utilizzi per un tot di ore il telefono ma non che passi al più di un’ora al giorno su social come Tik Tok con video brevissimi uno dopo l’altro che di fatto , am mio parere, annullano qualsiasi soglia di attenzione.

Altre funzionalità

Oltre a questo l’applicazione ci visualizza sempre la posizione gps del telefono (molto utile nel nostro caso, quando torna da scuola a piedi ad esempio).

Viene inoltre inviata una notifica ogni volta viene installata un’app.

Trovo che il controllo sia comunque poco invasivo e ben accetto se fatto insieme con i presupposti di cui sopra.

Bambini piccoli

Per i bambini nella fascia di età più piccola sta ai genitori limitarne il più possibile l’uso. In fin dei conti è vero che sono precoci ma se parliamo di bambini di un anno o due ma anche fino ai tre anni possiamo riuscire a distrarli in altro modo o, metterci d’impegno a inventare dei giochi divertenti senza l’ausilio di dispositivi elettronici. Mi ricordo che quando mia figlia era piccola adorava raccogliere sassi e legnetti (la portavo spesso al parco o ai giardinetti) e ci giocava tantissimo. Oppure con le pentole o i bottoni. Con i vestiti da grandi con la quale si travestiva…Insomma sicuramente giocava con tutto tranne che con i suoi giocattoli!

A parte i suoi pelouches che ha sempre adorato. E gli amati libri di favole di cui spesso vi ho parlato. Insomma il modo lo si trova però bisogna mettercisi d’impegno. E a volte la stanchezza o la mancanza di tempo ce lo impediscono. Essere dei buoni genitori non è facile, il più delle volte è più semplice cedere. L’importante è vigilare costantemente e sapere sempre cosa guardano e con che cosa giocano i nostri figli. Questo ci eviterà le brutte sorprese!

Addormentare i bambini, consigli e… favole della buonanotte!

Consigli e favole della buonanotte per addormentare i bambini

Faccio parte di quella schiera di mamme disperate che hanno (o hanno avuto, come nel mio caso) figli che non ne vogliono sapere di dormire o che hanno quel famoso sonno leggero che li fa svegliare ogni tre per due!

Mia figlia ormai è grande ma nonostante questo, spesso fatica ancora ad addormentarsi. Diciamo che fa parte di quella categoria di “tiratardi” e non vorrebbe mai andare a letto. Ma la mattina la sveglia suona puntuale alle 7.00 e bisogna alzarsi per andare a scuola!

Indietro nel tempo

Quando è nata mia figlia, una sana e bella bambina per nostra fortuna,tutti mi dicevano che nel giro di poco tempo la fase del “bambino che non dorme mai” sarebbe passata in fretta. Intanto le mie occhiaie aumentavano, insieme all’enorme stanchezza che si accumulava.

Naturalmente durante il giorno schiacciava qualche pisolino, ma raramente durava più di venti o trenta minuti. Il problema vero e proprio arrivava la sera perchè fin da neonata a mia figlia piaceva fare le ore piccole!

Se la tenevo in braccio, magari attaccata al seno, si addormentava placidamente, ma appena la mettevo nel suo lettino, si svegliava quasi immediatamente. Allora ricomincia tutto da capo. Prendila un pò tu papà. Cullala di qua e di là in giro per tutta la casa.Falle sentire un pò di musica rilassante. Ecco, finalmente dorme serena.Il tempo di metterla giù di nuovo, wow sembra che non si svegli, evvai stavolta ci siamo! Finalmente mi rilasso e il sonno mi pervade senonchè sento come un suono in lontananza, diventa sempre più forte, più stridulo, sembra come un pianto…si lo è,mia figlia si è svegliata un’altra volta ma il papà dorme profondamente (Non ho mai capito come facesse a non sentirla;) Tocca alzarmi ancora e ancora e ancora…la stessa scena più volte durante la notte. Più o meno ogni mezz’ora. Che poi non so voi care mamme, ma a me fatemi dormire anche poco, tipo quattro ore ma tutte di seguito e reggo, ma non interrompetemi il sonno così spesso sennò impazzisco!

Giri in macchina

Il papà spesso la portava a fare un giro notturno in macchina (chi non ha mai tentato questo metodo per addormentare i bambini?) Mettendo su la musica a palla (spesso anche heavy metal!) funzionava! Incredibilmente si addormentava. Fino al parcheggio sotto casa. A volte addirittura fino su in casa, ma dopo pochi minuti appena rientrati, sbam!Occhi spalancati e allora ecco che si ricomincia.

Farmaci per far dormire i bambini

Ne parlai anche col pediatra e lui mi consigliò un farmaco per far dormire i bambini.

Mi spiegò che tanti ne fanno uso in casi come quello della mia bambina, dove il sonno è molto leggero e intermittente. Sono farmaci a base di Niaprazina. Fanno parte della famiglia degli antistaminici, cioè con prevalente azione antiallergica, ma causano sedazione e aumento dell’appetito.

Tra gli effetti collaterali si dice che  in rari casi possono causare la reazione contraria (effetto paradosso) e, invece di dare sonnolenza, provocare un intenso stato di agitazione.

Io e il mio compagno ne parlammo insieme ma alla fine decidemmo di non darglielo.

Però magari ad alcuni di voi può interessare. Potete trovare informazioni al riguardo a questo link.

Consigli per addormentare i bambini

Personalmente ho sempre preferito metodi naturali o omeopatici per affrontare o curare piccoli disturbi, quindi cercai consigli e suggerimenti come questi:

Seguimmo tutto alla lettera tutti i consigli e metodi per addormentare un neonato: verificare innanzitutto sia sazio,  controllare che non abbia naso chiuso,  non soffra di colichette, dolore da dentizione, cistiti.

Naturalmente queste casistiche sono frequenti nei neonati e il motivo spesso era proprio la colichetta o la dentizione, ma non poteva essere solo quello tutte le notti!

Altri consigli dicono di evitare pappe della sera è a base di carne e formaggi o, in generale, troppo salate, perché il bimbo si sarebbe potuto svegliare per la sete e il mal di pancia dovuto alla fermentazione intestinale.

Facevamo attenzione anche ad eventuali cause emotive: clima familiare poco sereno, eccesso di tv e computer. Perché l’insonnia in tal caso è lo specchio di uno stato ansioso non verbalizzato.Ma non ci sembrava proprio il nostro caso.

Prodotti omeopatici per addormentare i bambini

Tra i rimedi omeopatici consigliati, in caso fossero utili per qualcuno, riportiamo:

  • Chamomilla 9 CH per i disturbi della dentizione
  • Lycopodium clavatum è indicato per il lattante che si sazia presto, ma ha fame soprattutto di notte; e Nux vomica se il risveglio, è dovuto a colichette e problemi digestivi
  • Chamomilla o Belladonna se il bambino è collerico o molto agitato e vuole essere preso in braccio e cullato.
  • Gelsemium se il bambino ha timore di non riuscire a prendere sonno.
  • Stramonium al mattino, associato a Kalium bromatum alla sera in caso di incubi notturni.
  • Ignatia amara se il piccolo è sovraeccitato, piange o ride per nulla, e scappa dal lettino.
  • Pulsatilla quando non vuole lasciare i genitori di sera e chiede di dormire nel lettone, o quando ha paura di essere abbandonato e trascurato.
  • Arsenicum album se il bambino soffre di paure notturne

Trovate qui l’articolo completo su queste soluzioni.

I Manuali

Non vi dico quanti manuali comprammo. Tutti specializzati in metodi per addormentare i bambini.

Tutti metodi comprovati e di enorme successo. Con citate esperienze di genitori grati per aver ottenuto notevoli risultati.

Con mia figlia non funzionarono. Forse non insistemmo abbastanza. Forse, parlo per me, ero veramente troppo provata in quel periodo per non demordere e mollai il colpo. In effetti in molti di quei manuali c’erano consigli interessanti.

Altri consigli e metodi per far addormentare i bambini

Ma se non volete comprare libri,alcuni di quei consigli e istruzioni per una buona nanna e per fare addormentare il bambino senza stress eccone alcuni:

Un rituale sereno, da ripetere tutte le sere. Ad esempio: gioco tranquillo, bagnetto, pigiamino,  camomilla, lettura di una storia. I rituali sono, soprattutto per i bambini molto piccoli, dei fattori che danno sicurezza e fiducia. Va eseguito senza fretta seguendo i tempi dei bambini che sono naturalmente diversi rispetto a quelli dell’adulto.Il bambino sa cosa aspettarsi, quindi è sereno e non avrà richieste particolari che vadano al di là del rituale concordato con il genitore.Il rituale della sera può essere anche un buon momento per la favola della buonanotte.

E’ anche il momento delle coccole, dei baci, delle carezze e dello scambio di sguardi.Questo sarà il tempo della vicinanza autentica, esclusiva, piacevole e rilassante in cui il genitore mostra al bambino di volergli bene.

La differenza fra il momento della veglia e del riposo deve essere ben definita. La stanzetta deve essere nella penombra e la temperatura ideale per far addormentare i bambini è dai 20 ai 23 gradi: né fredda né troppo calda. Ed è un’ottima idea che nel lettino il bambino trovi il suo pupazzo della nanna…

addormentare bambini favole buonanotte

Richieste notturne

Valutiamo attentamente come rispondere alle varie richieste.Assecondarle dimostra che i suoi comportamenti sono efficaci per ottenere ciò che desidera (cioè non dormire). Bisogna invece fare attenzione se le richieste sono dovute al fatto che il bambino ha paura di addormentarsi.

In questo caso il nostro compito è quello di trasmettere al bambino il messaggio che, pur essendo pronti ad aiutarlo, siamo certi che non gli accadrà nulla e che riuscirà a superare le sue paure, anche restando nel suo lettino.

Quando il bambino è nella sua cameretta e piange, cerchiamo di  far passare 5-10 secondi prima di intervenire, rientriamo nella stanza del bambino per mostrargli che non è abbandonato.La accarezziamo , tranquillizziamo con la voce ma poi  dobbiamo uscire e soprattutto non accendere la luce. Si dice di tornare al suo lettino se chiama ancora, ma dopo averlo lasciato piangere un po’ più a lungo, aumentando gradualmente, finché poco alla volta riuscirà a dormire tranquillo.

Trovate l’articolo completo da cui sono tratti a questo indirizzo.

La  storia continua…

Insomma, notando la mia disperazione, tutti, nonni zii e amici vari, cercavano di tranquillizzarmi dicendo: “resisti è solo il primo anno”.Nel nostro caso arrivò il primo anno e anche il secondo ma la situazione non cambiò.

Eppure tutti mi dicevano che a due anni sarebbe cambiato tutto!

Mia figlia frequentava anche l’asilo nido, giocava e si stancava durante il giorno, spesso la tenevo fuori e facevamo lunghe passeggiate (Tienila all’aria aperta più che puoi, vedrai che serve).Sicuramente è servito a farla crescere sana e a non farla ammalare spesso, ma in quanto a dormire…Non molto,ahimè.

Trovarsi con un bambino di due anni che non dorme può essere un problema, soprattutto se la mattina successiva bisogna alzarsi presto.

Ninna nanna

Fin da neonata cominciai a cantare ninne nanne a mia figlia, avevano il potere di rasserenarla. Ora che era più grandicella cominciai a leggerle le favole della buonanotte.

O io o il papà passavamo anche un’ora di seguito a leggerle tanti bei libri di favole e racconti di tutti i tipi.Ma con mia figlia non bastava nemmeno quello.Ci inventammo di tutto e a volte funzionava ma spesso no.

La  scuola materna

Passarono i due anni e giunsero anche i tre.Iniziò la scuola materna,pensai:Adesso il suo sonno dovrà per forza regolarizzarsi!Ebbene mi piacerebbe dirvi che fu così. Ma avremmo dovuto aspettare ancora un pò.

Altri due anni per l’esattezza!Si perchè soltanto dai cinque anni cominciò a dormire una notte intera o perlomeno svegliandosi per andare in bagno o per bere “soltanto” una due volte a notte.

Sembrava un miracolo!Eh già perchè dopo 5 anni di sta vita ormai ci hai fatto il callo ma che bello poter finalmente dormire quattro o cinque ore di seguito!

Insomma avrete capito che nel mio caso di mamma disperata tutti i metodi del mondo non hanno avuto grande successo. Diciamo che ho dovuto portare pazienza…taaanta pazienza! Ma l’amore immenso per mia figlia mi ha dato sempre la forza di resistere e i suoi sorrisi mi hanno saputo ripagare delle ore di sonno sacrificate.

Sotterfugi e sensi di colpa (inutili)

Nel frattempo come si dice, di necessità virtù, con il mio compagno, stanchi di leggere tutte le sere le solite storie e, soprattutto, incentivati dalle richieste della nostra bambina, abbiamo cominciato a inventarci delle storie della buonanotte. Dando sfogo alla nostra fantasia e constatando che sortivano un buon effetto, la doppietta ninna nanna + storiella inventata cominciò a dare i suoi frutti. Nostra figlia si addormentava pacifica e serena in tempi sempre più brevi e ( incrociando le dita) spesso dormiva tutta la notte nel suo lettino. Spesso non vuol dire sempre…Ogni tanto veniva nella nostra stanza a chiamarci ma dopo tanti anni di lotte e sonno perso, adottammo la soluzione strategica: Quella di farla venire nel lettone con noi! Ebbene sì, lo confesso, l’unico modo per dormire in santa pace era quello. So che molti di voi punteranno il dito dicendo “non si fa” ma sfido chiunque dopo tanti anni di dormiveglia e sonno interrotto a non cedere! Sono umana in fondo e il ruolo di mamma eroina lo lascio volentieri a qualcun’altra!

Ricapitolando, la mia esperienza personale mi ha insegnato che ogni bambino è diverso e non c’è un metodo infallibile. Ma si può sperimentare e provare vari metodi per far addormentare il nostro bambino. Senza accanimenti,senza cedere alla disperazione con tanto amore pazienza e dedizione e sapendo aspettare vedrete che prima o poi il vostro bambino troverà la sua dimensione.

Ninna nanne e favole della buona notte

Altrimenti fate come noi, sfruttate questo tempo per inventarvi qualcosa di creativo. Noi ci abbiamo fatto un libro! Con tante favole  e storie della buonanotte. Tutto quel tempo passato a raccontare e ripetere infinite volte le stesse storie (sapete come sono i bambini quando gli piace una cosa se la fanno ripetere mille volte!) Non è stato tempo speso invano. Aver raggiunto l’obiettivo di pubblicare una raccolta di favole e storie  della buonanotte per noi è stato un bellissimo traguardo. Chi lo avrebbe mai detto in quelle lunghe nottate in cui le palpebre faticavano a stare aperte e non vedevo l’ora, anzi sognavo, di tornare a letto e dormire dormire e ancora dormire?!

Mamme tenete duro! Se il vostro bambino non dorme, ma non avete tutta questa fantasia, provate con il nostro libro di favole e racconti…Magari funziona!!

Sogni di Gatti (di R.Zanardo)

Questa è una favola della buona notte ma anche un pò una favola per San Valentino! E’stata la prima ‘favola’ che ho scritto…speriamo vi piaccia!

Sogni di Gatti

Nella bella città di Siviglia, c’erano due gatti, entrambi neri, randagi e molto carini.

Una era una gatta un po’ spaurita e delusa dalla vita da randagia e non andava d’accordo con i suoi genitori che le dicevano sempre che non s’impegnava abbastanza, anche se lei si dava un gran daffare!

Stava tutto il giorno ad aiutare i suoi fratelli e spesso, per recuperare qualcosa da mangiare, si appostava all’esterno di un ristorante dove le davano sempre ottimi pranzetti: in cambio lei teneva lontano i topi, che non stanno mai bene vicino ad un ristorante!

Saba era molto curata e indossava un collarino fucsia con tre brillantini che stavano benissimo sul suo liscio pelo nero. Era un ricordo di quando la sua famiglia viveva in una stupenda casa con dei padroni amorevoli che, purtroppo, poi la dovettero abbandonare per problemi che solo gli umani possono capire.

La sua famiglia viveva ancora lì: anche se la casa era ormai abbandonata, il posto era stupendo e circondato di alti alberi sui quali arrampicarsi per farsi le unghie!

Lei era molto romantica e cercava da tempo l’amore della sua vita, ma, ahimè, aveva ricevuto molte delusioni ed era ormai quasi senza speranze.

Roh era invece un gatto molto anticonformista, a lui non interessava quello che facevano gli altri, vedeva tutto a modo suo ed era sempre convinto che non sempre la cosa migliore fosse comportarsi come tutti gli altri gatti. Era un sognatore ed amava la musica rock!

Era però anche molto rispettoso delle scelte altrui e per lui erano tutti bravi! Purtroppo questo atteggiamento spesso lo metteva in difficoltà perché al mondo, purtroppo, non erano tutti buoni e bravi, ma lui voleva continuare a pensarla così! Anche se stava un po’ più attento ultimamente!

L’ultima volta, ad esempio, era successo che un gatto di nome Max che si diceva suo amico, gli aveva proposto un affare. Gli aveva detto: “Siccome tu sei bravo a cacciare i pesci e io a cacciare i topi, facciamo così: mettiamo tutto insieme, così poi facciamo scambi migliori con gli altri gatti!”

E così fecero. Solo che in realtà Max prendeva i topi e i pesci catturati e li scambiava per conto suo con succulenti pranzetti che i gatti domestici, loro amici, si facevano dare dai loro padroni!

Siccome i gatti domestici, abituati a stare in casa, non sapevano cacciare, erano sempre in cerca di topolini e soprattutto pesci freschi!

Anche Roh era alla ricerca di una compagna ideale, ma amava molto anche stare da solo, per cui era molto esigente!

Una sera, Roh era sopra ad un tetto, accanto ad un’antenna a rimirare la luna piena. Era la cosa che più preferiva fare.

D’un tratto udì un rumore dal ristorante sottostante, come di un coperchio di metallo che cadeva per terra e sentì un gatto soffiare nel mezzo del trambusto.

Scese per vedere cosa stava succedendo. Era semplicemente Saba che, inseguendo un topo, aveva urtato un coperchio dell’immondizia che le era caduto in testa e per questo aveva soffiato spaventata!

In quel momento, uscì il cuoco dal ristorante e nel buio vide Saba e Roh, non riconobbe Saba, che era d’abitudine passare di giorno, e gridò: “Andatevene via, gattacci, che mi disturbate i clienti!”

I due gatti così corsero via insieme e si fermarono in una vicina collinetta.

Subito Saba inveì contro Roh: “Ecco, ci hai fatto mandar via! Se fossi stata da sola mi avrebbero riconosciuta!” E Roh rispose:  “Ma non dire stupidate, non sono certo stato io a fare quel baccano!”

Si azzuffarono un po’, ma poi si calmarono e si raccontarono un po’ delle loro avventure passate, guardando la luna. Poi si salutarono e ognuno, mentre si allontanava, pensò per un momento: “E se fosse l’amore che cercavo?” Ma subito dopo si dissero tra sé e sé: “Nooo! Impossibile, siamo troppo diversi!”

Il giorno dopo, Roh, senza farsi vedere, andò al ristorante dove sapeva di trovare Saba intenta a cacciare topi. La vide mentre depositava un topolino sullo zerbino subito fuori dal ristorante, il cuoco uscì e per ricompensa le diede due teste di pesce grigliate! Buonissime! Roh le vide e senza accorgersene gli scappò un “Miao!” di golosità!

Saba si voltò e lo vide acquattato con la coda che spuntava da dietro un angolo. Sospirò, prese una testa di pesce grigliato e gliela portò. Roh disse: “Mmm, passavo di qui per caso…Grazie!”

Saba prese la sua testa di pesce grigliato e la portò dietro la collinetta del giorno prima, dove i due gatti si misero a mangiare insieme.

Cominciarono poi a parlare di musica e di idee e pensarono di scrivere una canzone insieme e così si innamorarono!

Dopo poco tempo nacque una bella gattina, ovviamente nera anche lei!

E di notte Saba cantava la canzone che aveva scritto insieme a Roh per farla addormentare: era una ninna nanna bellissima, che parlava di sogni, avventure, nuvole, fiori, omini magici, streghe, pelouche morbidissimi e… di gatti.

Storia di Kol

Che belli i colori! Mi son sempre piaciuti tutti,quelli dei pastelli,dei pennarelli o delle tempere. Saper colorare e disegnare bene è un’ Arte. Non sono mai stata brava. Da piccola me la cavavo,ma in seguito diciamo che ho sviluppato il mio lato artistico in altri ambiti!;) Ammiro tantissimo chi ha questo dono. Nella nostra raccolta di storie ce n’è una che parla di un bambino che vive in una piccola isola dell’arcipelago delle Filippine.Si chiama Kol,frequenta la piccola scuola del Villaggio. Adora disegnare anche se la sua famiglia e povera e deve accontentarsi di poche matite colorate. Nonostante questo il suo talente è talmente grande che riuscirà ad emergere. Crescendo infatti realizzerà il sogno di fare della sua passione la sua professione! Potete leggerla qui!🎨🎨

Il vero inizio del Natale (Il Grande Segreto)

Helène era, come tutti i bambini, innamorata del Natale; non vedeva l’ora di svegliarsi quella mattina e correre in soggiorno a vedere cosa aveva portato Babbo Natale per lei.

Era sicuramente la giornata più magica dell’anno e i giorni che la precedevano non erano da meno!
Sua mamma poi le preparava una piccola caccia al tesoro per ogni giorno del calendario dell’avvento e le faceva trovare sempre un piccolo regalo.

Non vedeva l’ora di fare l’albero: se fosse stato per lei l’avrebbe fatto il giorno dopo Halloween!
Un giorno però le venne un dubbio, già tra suoi amici c’erano molti che non credevano a Babbo Natale, ma lei era proprio convinta dell’esistenza di quel magico signore.
Allora lo chiese a suo papà, gli disse: “Papà ma se foste voi a mettere i regali sotto l’albero me lo direste vero?”

Suo padre, tra l’altro, credeva fortemente nel Natale e in tutto ciò che lo rappresentava, nonostante la sua età, era rimasto sempre un po’ bambino e non aveva mai smesso di ‘sentire’ quella splendida magia.

Il papà però non sapeva cosa rispondere e cercò di sviare l’argomento: “Ehm…sì ne parleremo con la mamma appena ritorna ok?”

Da piccolo infatti il papà di Helène aspettava l’arrivo di Gesù bambino che portava i doni e anche Gesù bambino non saltava mai l’appuntamento!
I regali erano sempre piccoli e semplici, amava giocare con i robot e altre cose elementari rispetto al mondo d’oggi. Aveva richieste basilari per quell’epoca: ma i regali portati da Gesù bambino erano quelli speciali. Sia che si trattasse di un piccolo robot di metallo sia che si trattasse di una fantastica pista di macchinine elettriche con la quale giocare tutto il giorno di Natale.

Fu quando il bambino crebbe che desiderò cose più… ‘complesse’.
Il mondo stava cambiando e in quel momento arrivarono i primi giochi elettronici, il bambino ne era affascinato e cominciava ad avere richieste ben specifiche per il povero Gesù bambino che era nato 2000 anni prima!

Così il padre del bambino, il nonno di Hèlene, che anch’esso non ci capiva molto di tutte quelle diavolerie, gli fece scegliere da sé il proprio regalo.

Era un videogioco bellissimo! Dove bisognava arrampicarsi su un castello evitando pipistrelli e vampiri!
Aveva una grafica molto semplice ma, mentre ci giocava, il bambino si sentiva veramente sulle mura di quel castello tra le nebbie della Transilvania!

Purtroppo però, avendo scelto lui stesso il gioco e avendolo dovuto indicare specificatamente nel negozio la mattina di Natale, oltre al gioco stesso non ricevette null’altro e quel giorno si sentì come se Gesù bambino non fosse mai esistito veramente.

A un certo punto provò un profondo senso di tristezza. Quella tristezza che arriva di domenica sera quando ormai la festa è finita e i bambini il giorno dopo devono tornare a scuola e gli adulti al loro lavoro.

In quel momento però successe una cosa: sentì di dover uscire fuori sul balcone, nonostante il freddo di dicembre, guardò il cielo e si vedeva a malapena una stella, il resto era coperto.
E il bambino sperò che in quel preciso istante quella stella fosse Babbo Natale o Gesù bambino che arrivavano per consolarlo ed effettivamente sentì una sferzata di aria fredda e umida in faccia che lo fece rabbrividire incredibilmente di gioia!

Non capì cos’era quella sensazione, ma era come se una mano magica l’avesse accarezzato, improvvisamente gli sembrò tutto bello anche quella giornata che sembrava essere d’improvviso diventata triste e anche l’idea della scuola che sarebbe iniziata da lì a breve! Ora ne era sicuro: qualcosa o qualcuno di magico esisteva! Ed era venuto a consolarlo proprio nel momento del bisogno, ma, naturalmente non aveva potuto mostrarsi. Forse perché semplicemente apparteneva a un altro mondo.

Ripensando a questa cosa magica il padre di Helène le spiegò:
amore mio, Babbo Natale esiste eccome ed è una magia che entra nelle persone e gli fa fare cose miracolose.

Qualcuno lo chiama Gesù bambino, altri Babbo Natale e altri non ci credono per niente, ma quello spirito esiste ed entra nelle persone che ci credono, facendo in modo che le persone diventino migliori e i genitori trovino regali impossibili da trovare in quella notte dove tutto è possibile e meraviglioso.
Helenè capi che il papà le stava insegnando una cosa importante, una cosa importante in ogni giorno dell’anno, non solo a Natale e lei ora era custode di un grande segreto: se le persone credono fortemente in una cosa possono diventare magiche loro stesse e avranno sempre dalla loro parte la magia del Natale.

Poco tempo dopo Helenè diventò più grande, sapeva di essere custode di un grande segreto e avendo una cuginetta piccola di nome Julie, questa un giorno le chiese: “Ma secondo te Babbo Natale esiste?” E lei rispose senza alcun dubbio: “Certo che sì!” e rimase sveglia con lei la notte della vigilia fino a mezzanotte, sussurrandole infine: “Andiamo a letto, non vorrai mica farti trovare sveglia!?!”

Mentre la piccola si metteva a letto, Helène si affacciò ancora alla finestra della sua camera, guardando il cielo, sapendo in cuor suo che quella notte, sicuramente, sarebbe successo qualcosa di magico e bellissimo.

LARIO MOON (di F.Chierichetti)

C’era una volta la Luna.
Era una luna diversa da quella che tutti noi conosciamo oggi, era una luna viva e che possedeva una sua anima.

Quando ammiravi la luna piena lassù nel cielo ti accorgevi che gioiva, mentre guardava le meraviglie del pianeta azzurro intorno a cui ruotava.

C’erano grossi specchi d’acqua in cui lei si rifletteva e si era innamorata di un lago incastonato in mezzo ad alte montagne.
Vedeva da lontano quel piccolo fiore con tre petali, e desiderava portarlo a sé come succedeva con i mari, ma questo non accadeva, nonostante tutti i suoi sforzi.

La luna in quel lontano passato ben sapeva che il suo tempo stava per finire, sentiva che il suo cuore si stava spegnendo.
Quando vide un’ultima volta il piccolo lago da lei amato pianse.

Una lacrima di luna, le fu strappata dalla forza dell’astro azzurro e quella lacrima percorse le migliaia di chilometri di spazio che li separava.

Giunta nell’atmosfera la lacrima consumò tutta l’acqua di cui era circondata, ma il suo nucleo duro come un diamante continuò il viaggio.
Ormai ridotto a una forma ovale, precipitò a folle velocità in quello specchio d’acqua.

Fu in quel lago, ai giorni nostri conosciuto come triangolo lariano, che in quel lontano passato piombò a tutta velocità portando con sé una meraviglia.

L’impatto scosse le acque, immense onde si levarono verso il cielo tanta era la sua velocità e potenza.

Finì per urtare il fondo, provocando una profonda spaccatura e scavando la terra per più di 300 metri.

L’urto con il suolo infranse quello che era il suo guscio protettivo, dal quale uscì un piccolo uovo.

Il fondale lacustre buio lo cullò, proprio come lo spazio, laggiù in quelle fredde acque nacque il figlio della luna.
La luna del Lario ha grandi occhi per scrutare le profonde acque scure, un immenso corpo che teme il sole che ferisce la sua pelle.

Il Lario Moon si nasconde nell’anfratto più oscuro, in attesa che spunti nel buio la fredda luce lunare tanto amata.

In quelle notti, in cui la luna ormai senz’anima risplende più del solito, il Lario Moon la guarda brillare lassù in quello spazio di cielo incorniciato dalle alte vette che circondano il lago di Como.

L’enorme Lario Moon allora esce dall’abisso per salutare la sua silenziosa madre luna, in un balzo sempre più alto, nella speranza di raggiungerla e darle il suo bacio di cucciolo.

Per illustrazioni e altro sul Lario Moon: www.pabryoda.com

LA STORIA DI KOL (di R.Zanardo)

In una piccola isola dell’arcipelago delle Filippine viveva un bambino di nome Kol.

Il villaggio era formato da capanne di paglia in mezzo a una folta vegetazione di alberi da frutto ed era poco distante dalla spiaggia.

La famiglia di Kol era molto povera ma tutto sommato viveva felicemente grazie all’abbondanza di frutta e pesce che la natura intorno offriva loro.

Non c’era una vera scuola ma una capanna dove un’anziana signora dava ai 5/6 bambini che la frequentavano,  insegnamenti sulle cose più importanti da sapere, come fare di conto, leggere e scrivere.

Nel pomeriggio Kol andava a raccogliere banane, cocco e mango insieme agli altri bambini: era un vero è proprio lavoro e una volta tornato a casa col raccolto, la mamma di Kol gli preparava degli ottimi frullati.Con la parte restante il papà riempiva delle ceste che poi portava con un carretto al mercato per ricavarci qualcosa.

A Kol piaceva molto disegnare ma aveva solo una matita, un pastello giallo ed uno verde.Era bravissimo e con quei pochi colori riusciva a fare dei disegni incredibili.

Tutti ammiravano il suo talento ma lui sembrava non rendersene conto talmente gli veniva naturale.

Un pò più grande, all’età di 15 anni, decise di trasferirsi nella vicina città per cercare fortuna perchè, anche se gli piaceva la vita del villaggio, si sentiva come destinato ad altro.

Con dispiacere salutò i suoi genitori e si trasferì a Cebu dove lo ospitò un amico che già viveva lì.

Ricordandosi del talento nel disegnare di Kol, questi gli propose di venire con lui ad un corso gratuito di disegno con il computer, aveva sentito che molti erano ben pagati per quel lavoro e con internet si poteva arrivare da qualsiasi parte!

Kol però lì per lì era scettico: Non aveva mai visto un computer e non avrebbe saputo neppure da dove iniziare!

Il giorno dopo però, quando vide tutti i colori che poteva avere a disposizione, decise che doveva assolutamente imparare ad usare quel fantastico strumento!

Si impegnò molto e dopo qualche mese fu in grado di realizzare i propri disegni e mostrare le sue opere via internet.Subito riconobbero il suo talento e molti gli chiedevano disegni su commissione.Alcuni addirittura chiedevano le sue opere dall’America, dal Giappone e addirittura dall’Italia!

Kol era felicissimo e con i primi soldi guadagnati tornò a trovare i suoi genitori.Erano felicissimi per lui, Kol sarebbe rimasto da loro solo qualche giorno ma volle assolutamente passare alla sua vecchia ‘scuola’ a salutare la sua anziana insegnante e donare dei colori a tutti i nuovi alunni del villaggio, che ne furono felicissimi!

Kol tornò a vivere a Cebu, oramai si era abituato alla vita di città e li aveva finalmente un buon lavoro facendo quello che amava di più, anche se ogni tanto tornava nel suo villaggio per dare qualcosa ai suoi genitori e salutarli.

Dopo qualche anno ricevette visita da due alunni cui tempo addietro aveva donato i pastelli: erano stati indirizzati da lui dall’anziana maestra e portavano con sè dei fantastici disegni fatti da loro.

Kol capì e subito li prese con se per insegnar loro ad usare il computer, i ragazzi erano proprio bravi ed appassionati come lui.

Da lì decise di aprire una piccola società che chiamò: KOL-OR.La società divenne famosa in tutto il mondo e finalmente lui e i suoi nuovi compagni di avventura ottennero il meritato successo.

Ancora oggi Kol torna nel suo villaggio per sedersi sulla spiaggia e disegnare il tramonto con pochi colori.Perchè ama farlo e per non dimenticarsi mai delle sue origini.

L’ORSO E LA MARMOTTA (di R.Zanardo)

Una marmotta che viveva sui monti della val d’Aosta, in Italia, ebbe una meravigliosa cucciola.

La accudì con l’amore che solo le mamme sanno dare.

Le insegnò i primi passi e la sfamò per i primi giorni di vita.

Un giorno mentre le spiegava come ottenere del cibo da sola, la piccola marmotta scivolò nel torrente e riuscì a raggiungere la riva solo diversi chilometri più avanti.

Venne trovata da un orso molto particolare, sembrava veramente cattivo, ma in realtà era molto buono e timido.

La marmotta era molto spaventata ma l’orso, che anche quando parlava normalmente sembrava minaccioso, le disse: “E tu chi sei, che ci fai qui?”

Lei, terrorizzata, rispose: “Sono caduta nel torrente mentre la mia mamma mi insegnava a pescare…” E l’orso: “Ok, ti riporterò da tua madre, tanto non ho fame, ho appena mangiato un sacco di miele!”

“Però questa notte dovremo stare qui, è troppo buio ora e sarebbe impossibile tornare” poi, la avvisò, scherzando: “però bada bene, comportati come si deve e non mi disturbare se no ti mangio!”

La marmotta annuì e in realtà capì che quell’orso era veramente buono e non le avrebbe mai fatto del male anche se era così brusco.

L’orso le disse: “puoi dormire qui” e le mostro un letto di paglia dove era solito dormire “io dormirò appoggiato a quell’albero”.

La mattina dopo si svegliarono e la marmotta aveva molta fame, l’orso le cerco qualcosa e le trovò del miele che prese, dalla sua riserva personale, in un angolo che teneva ben nascosto.

Si incamminarono per il bosco alla ricerca di mamma marmotta e la piccola continuava a lamentarsi e a chiedere quanto mancasse.L’orso così si scocciò e le disse con il suo vocione minaccioso: “Allora, vuoi ritrovare la tua mamma oppure no?”

La cucciola allora continuò a camminare e non parlò più offesa e risentita ma dopo poco più di mezz’ora arrivarono nel tratto del fiume dove era scivolata e lì ritrovò la sua mamma!

Le corse incontro e si diedero un fortissimo abbraccio, dopodiché la mamma si rivolse all’orso e abbracciò anche lui: “Grazie signor orso per avermela riportata!Non so davvero come ringraziarla!”

E l’orso rispose:” E’ stato una piacere, è una gran brava marmotta, io non ho mai avuto a che fare con un cucciolo, figuriamoci di marmotta!” Anche la piccola marmotta ringraziò l’orso e lo abbracciò! E gli disse:” Grazie per avermi fatto ritrovare la mia mamma, in fondo sei simpatico.”

L’orso si mise a ridere e disse loro: “Se siete d’accordo vi porto a vedere un posto segreto dove ci sono un sacco di fiori qui sopra. Così potremo trovarci lì quando volete.“

La piccola marmotta reclamò: “Sì, ma io sono stanca, abbiamo camminato da questa mattina!” E l’orso: “Non ti preoccupare, ti porterò sulle mie spalle” e la piccola capricciosamente disse: “Ma come? Allora non potevi farlo prima?”

E lui le disse sorridendo: “Tu volevi ritrovare la tua mamma, camminando l’abbiamo ritrovata. Se ti avessi portato non avresti imparato che bisogna camminare per raggiungere quello che si vuole…”.

Lei capì, salì felice sulle spalle dell’orso e rimasero sempre buoni amici.

FAVOLA DELLA NINNA NANNA

Favola della ninna nanna

FAVOLA DELLA NINNA NANNA (di S.Rosano)

Un giorno la Befana aprì la porta e si trovò davanti una cesta con dentro un bambino appena nato: “Oh perbacco!” esclamò. “Che ci faccio con un bambino? Sono troppo indaffarata, non posso di certo occuparmene! Lo porterò dal mio amico Uomo Nero, lui saprà che fare.”

L’Uomo nero  non appena vide cosa c’era nella cesta si fece una gran risata e disse: “Cara Befana, sai che coi bambini non vado molto d’accordo… Per lo più mi diverto a spaventarli, di certo non a prendermene cura! Lo porterò da mio cugino, l’Uomo bianco. Lui saprà che fare.” E così fece. L’uomo bianco, che aveva il cuore tenero, accettò di tenere il bambino, però trascorso qualche giorno, doveva partire per un lungo viaggio e pensò che non era il caso di portarselo dietro, quindi lo portò nel bosco dal suo amico folletto.

Il folletto era famoso per essere molto saggio e l’uomo bianco si disse. “Lui saprà che fare.”

Il folletto lo prese con sé. I giorni passavano e il bambino era sempre triste e piagnucoloso. Il Folletto rifletteva sul da farsi e ad un certo punto esclamò: “Ma certo! Questa è la cosa migliore da fare!” Prese il bambino e si incamminò verso la città. Lo portò ad una mamma e glielo mise in braccio. Il bambino smise di piangere e sorrise finalmente sereno, perché non c’è posto migliore al mondo per un bimbo se non le braccia della mamma!

Bongo Cat e la programmazione

Bongo Cat impara il Python!

In quest’epoca di youtubers e nonsense vari nelle nuove tendenze social scopro, grazie a mia figlia, innumerevoli contenuti di bassa qualità e grande successo! 😀

Tra questi c’è il Bongo cat: un gattino animato (malissimo) che fa qualsiasi cosa con due movimenti delle zampine!

Però è simpatico, nel suo nonsense, ci ricorda di non prenderci troppo seriamente e alla lunga è addirittura piacevole!

Vedere un personaggio che con con due movimenti suona cose incredibili fa parte di un modo di vedere le cose estremamente leggero che è proprio dei bambini e di una visione della vita che troppo spesso tendiamo a perdere.

Ho fatto un piccolo video anch’io con questo personaggio: mi sono immaginato che stesse imparando a programmare sbattendo le mani sulla tastiera a caso come al solito.Però alla fine ci riesce e addirittura insegna il primo passo per programmare in uno dei linguaggi di programmazione più richiesti del momento! 😀

L’ omino del Sonno

In un atmosfera incantevole e innevata come quella di oggi vi saluto con un pensiero serale. Augurandovi che " l’Omino del sonno" passi anche dalle vostri parti e spargendo una manciata di polvere magica possa regalarvi fantastici Sogni d’oro. Buona serata e buona notte a tutti! 🌙⭐🌟

Il rito del tè

Il tè fa parte della vita quotidiana di interi popoli. E ogni paese ha il suo modo di prepararlo e di berlo. Dalla Cina al Giappone dalla Gran Bretagna ai paesi Arabi da bevanda quotidiana spesso si trasforma in una raffinata cerimonia, fino a diventare un vero e proprio rito del tè. Nella nostra raccolta di storie ce n’è una che si intitola " Errouh ( l’ anima del tè) " è ambientata ai confini del deserto del Sahara. Sotto una grande tenda magica di notte quando un magnifico cielo stellato splendeva sopra la sabbia,gli oggetti si animavano e vivevano di vita propria! Vi auguro un buon 26 gennaio e magari, perché no? Di bere un eccellente tè come più vi piace,in buona compagnia! 🍵🍵

Favola della Ninna Nanna Ninna Oh (Racconto video)

Favola della Ninna Nanna Ninna Oh raccontata da Sabrina seguita dalla popolare Ninna Nanna.

Gestire il Natale con i bambini!

Come spiegare ai bambini Babbo Natale ? Come affrontare il fatto che quella fantasia a un certo punto deve tramutarsi in un’altra cosa ?
Io amo il Natale e crederò sempre in Babbo Natale o qualunque forma si voglia dare a quella notte magica, ma a un certo punto può succedere che i genitori debbano affrontare un passagio ‘delicato’!
Ero abbastanza preoccupato anche se può sembrare una cosa di poco conto: ho consultato amici, psicologi e documentazione sulla cosa e in fine ho trovato il mio modo per spiegarlo alla mia bambina che ci credeva tantissimo, magari può essere utile anche a voi!

Spero vi piaccia!

Incipit

Qualcuno, verosimilmente Garcia Lorca, ma altri la attribuiscono a Jose Marti o a un antico detto cinese, scrisse che ci sono 3 cose che ogni persona dovrebbe fare nella propria vita:
“piantare un albero, avere un figlio e scrivere un libro.”

Al di là di questa frase interessante, che relaziono direttamente al concetto Zen:
“sposta un sassolino sul tuo cammino e non avrai vissuto invano”, scrivere un libro è un modo per lasciare traccia della propria coscienza.
Avevo in mente altro e ci sto lavorando, ma questo è un primo passo.
E’ un potente mezzo per lasciare a mia figlia o alle persone che mi conoscono una traccia di me.
E’ la forma più semplice di trasmissione di qualcosa di sè.
E principalmente l’abbiamo fatto per questo.Perchè tanti vorrebbero scrivere un libro.Ma pochi infine lo fanno veramente.Perchè ogni cosa richiede molto impegno e dedizione.
Il nostro libro è solo un libro di racconti e favole ed è qualcosa che per noi è un segno nel terreno, un sassolino spostato.
Se anche un giorno non ci sarò più, qualcosa di me sarà sempre scritto in quelle pagine.
E mia figlia potrà trovare lì un pezzo di me sempre.

Per me questo è molto importante e ci sto prendendo gusto, quindi forse ne scriverò altri, per me, per mia figlia e per chi,nonostante tutto, non vuole mai smettere di sognare.