di Roberto Zanardo
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Asso e la Vallassina
Nelle valli della Lombardia, quando l’Italia sta per finire e a poca distanza inizia la svizzera, c’è un lago grandissimo che ha la forma di una ypsilon rovesciata.
Circondato da colli, colline e monti, alcuni dei quali particolarmente imponenti con nomi forti derivati dalla storia del luogo e dalla forma degli stessi: la Grigna, il Grignone…il Resegone.Monti bellissimi di un verde rigoglioso nelle estati e di forme ben più definite negli aridi inverni.
Quasi in centro tra I due rami del lago, tra le due linee inferiori di questa ypsilon rovesciata (o superiori se la si guarda quando è dritta) c’è un piccolo paese molto importante, con una storia millenaria.
Un paesino che addirittura ha dato il nome a tutta la valle nella quale si trova.Asso.E la Vallassina è appunto la valle cui da il nome.
Un paese che ha una storia antica di ponti, monasteri, chiese e leggende.
La leggenda più famosa narra di Sant’Apollonia, di cui i Vallassini riportarono un dente, addirittura dalla Palestina, e che da allora divenne protettrice della città.Da allora ancora oggi è usanza accendere a Febbraio le luci del Natale da poco trascorso.
Streghe in Vallassina
Nella stessa zona inoltre ci sono diverse testimonianze di streghe più o meno buone.Ma la più importante era quella di Asso.
Una di queste streghe, della vicina Valbrona, fu accusata e presa ‘di mira’ dai contadini della valle perchè aveva sempre i raccolti migliori dei loro e si professava curatrice di vari mali con le erbe del territorio.
Ancora oggi è ricordata da grossi lastroni a forma di croce sul sentiero che porta alla vicina alpe di monte, raggiungibile sul monte Megna direttamente da Asso o dalla confinante Valbrona.
Le due streghe erano molto amiche e spesso si trovavano al crepuscolo sul Ponte Oscuro.
Qui si trovavano ogni ultima luna per scambiarsi segreti e danzare, chi le vedeva diceva che si muovevano in un modo molto strano e si allontanava il prima possibile.
Si narra anche si trovassero al Pian del Tivano, su un grande prato, con altre streghe della valle,
Accendevano un fuoco sui prati collinari illuminati dal chiarore della luna con un grosso pentolone al centro e si disponevano a cerchio muovendosi lentamente ritmicamente per evocare chissà quale demonio.
Eravamo tra il 1500 e il 1600 e ovviamente tutte quante fecero una brutta fine…
Giorni d’estate
Ellise era una ragazzina molto perspicace e sveglia, si era trasferita in quel paese da poco meno di un anno, aveva vissuto in vari posti nonostante la sua giovane età.
Aveva vissuto per diverso tempo in una meravigliosa villa degli anni ‘70 con una vista splendida su quel lago, che a detta di molti era il più bello del mondo.
Era stata in città e nell’hinterland del nord Italia vicino alla metropoli.Aveva vissuto per qualche mese a Malta, un’isola nel mar mediterraneo con un mare cristallino pieno di pesci di tutti I tipi che ti venivano ad ‘assaggiare’ la pelle appena entravi in acqua.Ancor prima di compiere I dieci anni di età aveva già provato diversi stili di vita e diverse esperienze.
A volte sembrava taciturna e a volte esplosiva, ma in qualche modo ogni volta che entrava in contatto con l’acqua si risvegliava nella sua piena felicità e voglia di vivere.
Asso, attraversata da un fiume e vicina a diversi laghi, era un buon posto per lei.E forse per un pò avrebbe potuto anche viverci serenamente.
Una sera Ellise e la sua cuginetta Julie, che era venuta a stare qulche giorno da lei, decisero di fare una passeggiata per la parte alta del paese.
Era una fresca sera di inizio estate, con i blandi raggi del sole che avevano battuto sulla casa per tutto il pomeriggio, non troppo per esserne accalorati ma abbastanza per aver voglia di un pò di fresco.
Qundi verso sera, quel giorno, fecero qualche passo nel fiume. L’acqua era ancora troppo fredda per resistere più di qualche minuto ma loro ci provavano lo stesso!
“Possiamo andare a fare un giro qui intorno così faccio vedere il ponte oscuro a Julie?” disse Ellise alla mamma.”Certo, se anche papi è d’accordo e vi portate il telefono, non c’è problema”.”Yee!” risposero le ragazzine in coro.
Partendo da casa attraversarono quindi un piccolo ponte e si inoltrarono tranquillamente per le viuzze del paese.Il percorso era inizialmente in leggera salita tra alcune case, si girava, ancora in salita, verso destra e poi si incontrava una roggia al margine sinistro della strada, si proseguiva in leggero piano e discesa alternati per raggiungere finalmente il Ponte Oscuro di Asso.
Il ponte oscuro
Il ponte sovrastava di quasi 30 metri un brusco dislivello del fiume che generava un’impetuosa cascata tra le rocce: L’orrido di ponte oscuro.
C’era ancora molta luce essendo quel giorno il solstizio d’estate, così raggiunto il ponte, decisero di proseguire ancora un pò.
Da lì Ellise aveva scoperto un punto dal quale scendere verso il fiume e dove si trovavano delle belle pozze nelle quali ci si sarebbe potuto fare un bagno appena la stagione sarebbe diventata più calda.
Proseguirono ancora un pò e si trovarono nei pressi di alcuni ruderi abbandonati a ridosso del corso d’acqua.
Ellise spiegava a Julie di quando vi era stata l’estate scorsa e Julie cominciò a fare domande e raccontare incessantemente com’era solita fare: “una volta sono stata su un fiume, c’era un signore che pescava, quando ne prendeva uno a volte lo lasciava libero e lo ributtava in acqua, poi attaccava un altro verme o una cosa alla canna da pesca, sai a quel filo pieno di cose? Una è colorata, quella che galleggia in acqua, non so come si chiama…”
Era fantastica e avrebbe continuato a parlare all’infinito, anche inventandosi qualcosa pur di poter proseguire nel suo racconto!
Le due ragazzine si sedetterò su una roccia ad osservare i ruderi abbandonati e lo scorrere del fiume.Continuando a parlare e ogni tanto a guardare il loro telefono per rispondere ai vari messaggi e condividere le immagini di quel momento, si fecero delle pose buffe e le inviarono alle loro amiche.Non potevano aspettarsi minimamente quello che sarebbe successo nei prossimi istanti.
A un certo punto arrivò un sibilo e l’aria divenne man mano più fresca.Poi gelida.Un figura vestita di bianco le guardava come sospesa da una pozza al centro del fiume.Le ragazze si irrigidirono senza neanchè guardarsi.
La figura, che aveva le braccia lungo il corpo, alzò lentamente il braccio destro, come se volesse indicarle…
Fu in quel momento che scapparono a gambe levate senza voltarsi mai.Arrivarono a casa ancora spaventate e si misero subito a dormire.O almeno a provarci.
I giovani di quell’età e di questa generazione sono abbastanza abituati a tutto e spesso non sono particolarmente impressionabili da cose che normalmente ci terrorizzerebbero.
Per cui le ragazze dopo pochi giorni fecero finta di dimenticare quanto accaduto come se non fosse mai successo o fosse stato solo frutto della loro fervida immaginazione.
Così, dopo qualche giorno Ellise disse alla cugina: “Vuoi vedere una cascata da vicino?” E Julie, com’era solita fare, rispose con entusiamo: “SIII!”
Alla cascata
Si avviarono un pò prima, in piena luce (ancora un pò scosse dal ricordo di quella sera) e raggiunsero la cascata.
Si sedettero su una panchina su un bel giardino proprio di fronte alla cascata e cominciarono a parlare.
Poco dopo arrivò una signora anziana, con i capelli bianchi molto lunghi e chiese loro: “posso sedermi qui con voi ?” le ragazze risposero, con non molto entusiamo: “si…va bene”.
Le due cugine continuarono a parlare tra di loro mentre la donna osservava la cascata con un leggero sorriso sulle labbra.
A un certo punto la signora esordì con un sospiro: ”Aah…” “amo questo posto…” ”E’ un posto semplice, ci sono molte cascate più belle di questa… ma questa è la mia cascata e mi è mancata moltissimoo…”
Le ragazzine la guardarono e notarono una leggera somiglianza con l’apparizione di qualche sera prima e sulle prime rimasero come…’bloccate’.
Ma in fondo era probabilmente frutto della loro immaginazione e sicuramente si trattava semplicemente di una villeggiante che in quel periodo si era trasferita da quelle parti.
La signora raccolse qualche foglia e disse: “vedete questa ? E’ la piantaggine, è un tipo di pianta che cura le punture d’ortica, per questo crescono spesso vicine.” Ellise in realtà già lo sapeva ma Julie rimase incredibilmente affascinata e le chiese: “e quella ? cos’è ? serve a qualcosa ?” Stava indicando delle foglie di tarassaco e la signora esclamo: “Brava! Quella serve a tutto! Si può mangiare tutto di quella pianta e fa benissimo!”
“UAO! Davverooo ?” esclamò Julie.
“Sì, certo.” La signora sorrise e si rimise immobile ad osservare la cascata.
Ellise e Julie erano tranquille ma erano anche un pò imbarazzate da quella presenza e quella signora aveva qualcosa di ‘strano’ per cui decisero di andare.Spesso non facciamo caso al nostro comportamento talmente siamo persi nei nostri pensieri.Così si alzarono e se ne andarono dicendo un timido e quasi inudibile “ciao”.
La signora si girò e disse loro un quasi sussurrato “Arrivederci…” che aveva in sè un qualcosa di lievemente inquietante.
Il lago del mistero
I giorni successivi trascorsero normalmente: le due cugine stavano in casa e ogni tanto facevano una capatina sul fiume di fronte.
Fu qualche giorno dopo che decisero di fare un giro qualche decina di metri più avanti in quello che Ellise chiamava: ‘il lago del mistero’, di fatto non era altro che una pozza un pò più profonda dove andava con suo padre in inverno, quando la vegetazione era diradata e lo permetteva.In questo periodo bisognava andarci per forza passando attraverso il fiume.Però era bello, sembrava davvero un lago! Ed era pieno di pesci!
Così quella sera, poco prima di cena, le due ragazze decisero di andarci.
Si sedettero su una roccia a giocare a chi riusciva a contare più pesci: “’uno…lì, due ,tre…un altro lì!” “io ne ho contati sei!” “io sono a cinque ma ti raggiungo presto!”
Si alzarono e andarono in due diverse direzioni costeggiando la riva intorno al ‘lago’ per trovare più pesci.
Ellise a un certo punto ne vide alcuni gialli. ‘Strano’ pensò tra sè e sè -non ne avevo mai visti prima di quell colore nel fiume-, i pesci sembravano aumentare ed essere sempre di più, alla fine guardò bene e sembravano comporre un disegno, anzi una vera e propria immagine come di un fuoco che bruciava, guardò ancora meglio e il fuoco alimentava una pira di legno con un palo al centro e una donna che bruciava e urlava!
Si ritrasse spaventata e corse dalla cuginetta, dicendole nervosamente “andiamo, ANDIAMO!”Corsero dentro il fiume verso casa, con il fiume che Ellise notava diventare sempre più ‘giallo’ come se quella maledizone le stesse inseguendo e gridò alla cuginetta: ‘CORRI!!!’.
Finalmente arrivarono a casa.
Ellise non disse nulla di quello che aveva visto alla cuginetta per non spaventarla ulteriormentePerò cominciavano davvero a succedere cose molto strane.Un pò troppo spesso.
Di sera, nel suo letto, Ellise ripensò a quella scena e scorse nella donna un viso famigliare…”SI!” Era proprio la donna che avevano incontrato sotto la cascata qualche giorno prima!
Una signora molto particolare
Nel frattempo nel paese si vociferava di una signora molto particolare.
Il paese era un punto di passaggio abbastanza turistico per le varie passeggiate e le bellezze del territorio circostante.
Quindi nessuno inizialmente ci aveva fatto caso, poteva benissimo essere una comune villeggiante.
Ma c’erano stati diversi eventi in qualche modo legati a lei che cominciavano ad alimentare voci di ogni tipo.
Era successo che trovarono un uomo intento a ‘mangiare’ tutto ciò che trovava per terra.
Alcuni dissero che stava passeggiando per la via centrale del paese e incrociò la signora dai lunghi capelli bianchi.Pare che la signora lo avesse visto buttare con noncuranza un mozzicone di sigaretta per terra e gli avesse detto due parole guardandolo negli occhi e continuando a camminare come se nulla fosse.
Subito dopo l’uomo si mise a percorrere la strada carponi come se fosse affamato e mangiando tutti i mozziconi e ogni sorta di rifiuto trovasse per terra!
Altri raccontarono di averla vista nei pressi della torre dell’antico castello con le mani alzate come se stesse inveendo contro qualcuno.
Ci fu anche un caso strano nel vicino ospedale.Un uomo di un paese vicino venne ricoverato con lo stomaco pieno di ‘sassi’.
Il dottore disse che sembrava quasi qualsiasi cosa mangiasse si trasformasse in pietra.
Anche in quel caso qualcuno affermò che era un muratore che scaricava I resti dei suoi lavori nei sentieri e nei pressi del fiume e che una sera aveva ‘incontrato’ la bianca signora.
Ma alcuni avevano anche notato delle similitudini con fatti avvenuti parecchio tempo prima: durante l’ultima peste si narrava anche di una donna, molto ricca, cui il marito aveva lasciato diverse proprietà, che era nota per il suo comportamento sprezzante e altezzoso.Pareva avesse avuto anch’ella a che fare con una strana signora dai lunghi capelli bianchi.
Si dice che la signora in questione, Marilde, aveva affittato uno dei suoi terreni ad una famiglia di onesti lavoratori.L’accordo era che la metà del raccolto andasse a lei.
Al sopraggiungere della peste il padre non potè lavorare il terreno e ovviamente non potè disporre di nessun raccolto.
Ma la signora Marilde fu inflessibile nonostante la famiglia avesse sempre mantenuto il suo impegno.
Si dice che in uno dei sentieri che porta nei boschi videro una signora dai lunghi capelli bianchi ‘parlare’ con una roccia come se fosse una persona. Un contadino che passava di lì riferì che la Bianca signora era come in uno stato di trance e di udire in maniera indistinta alcuni sussurri: ’dura come il tuo cuore.. questa roccia…il terreno che non da nulla…così diventerai…’
E da allora della signora Marilde non si seppe più nulla.
Le voci aumentavano, ma per fortuna, raramente si vedeva in paese, era diventata una figura inquietante e la gente quando la intravedeva cercava di cambiare strada il prima possibile.
Passò tutta l’estate e la gente del paese ormai se l’era dimenticata.
Autunno
Ricominciarono le scuole, i ragazzi affollavano il cortile, gli anziani facevano di mattina presto le loro commissioni e tutto procedeva come sempre nel piccolo borgo.
Ellise si trovava con qualche amica lungo il tragitto che la portava a scuola, a volte si fermavano insieme a prendere una focaccia nel piccolo panificio e poi procedevano insieme di buon ora per l’inizio delle lezioni.
A volte si trovavano sulla bella scalinata che portava alla chiesa principale e proseguivano da lì.
Arrivò anche Ottobre e velocemente anche Novembre.Fu proprio la mattina del 31 Ottobre che Ellise, che non voleva mai arrivare in ritardo a scuola, arrivò molto presto alla scalinata.La sua compagna non era ancora arrivata per cui si sedette ad aspettarla esattamente a metà scalinata.Guardò il telefono, come al solito, e vide il messaggio della sua amica che le diceva che sarebbe arrivata il prima possibile perchè non trovava un libro.Letto il messaggio Ellise si guardò intorno, persa nei suoi pensieri e ancora mezza addormentata dal recente risveglio.Lo sguardo le sì posò sulla torre del castello alla sua destra.
Sapeva che oramai la torre era diventata un edificio residenziale con all’interno diversi appartamenti, quindi non si stupì di vedere all’ultimo piano una signora affacciata alla finestra.
Anche se in realtà non era propriamente affacciata, era semplicemente in piedi dietro la finestra, sembrava la guardasse.Da così lontano era difficile vederne il volto, sembrava avere solo i capelli un pò lunghi e una comune vestaglia bianca.A un certo punto però fece un movimento che la ragazzina riconobbe immediatamente, il suo braccio si alzò lentamente come ad indicarla.A Ellise si gelò il sangue.Si alzò di scatto e percorse velocemente la parte restante della scalinata per dirigersi verso la scuola.
Ma appena raggiunse il sagrato della chiesa, di fronte all’antico portone, di colpo si trovò di fronte le signora dai lunghi capelli bianchi.
La ragazza rimase bloccata.Ma la signora le parlo gentilmente come quando l’aveva incontrata qualche mese prima alla cascata:’Buongiorno’ disse la signora.
Ellise, che come molti giovani non sono abituati a dire ‘Buongiorno’ alle persone più grandi, soprattuto se anziane, sostituendolo con un universale “Ciao”, tirò fuori comunque un “B-Buongiorno..” tremolante di paura.
“Non temere, non voglio farti del male.Mi dispiace averti fatto spaventare, non sono cattiva, tranne con le persone che se lo meritano…ho solo bisogno di qualcuno che sappia comprendere il mio messaggio”.Fece un lunga pausa poi sospirò: “Ero una persona normale, una ragazza appassionata di piante, coltivazioni e colture.Amavo questa terra ma le persone hanno cominciato ad accusarmi di ogni sorta di falsità perchè non capivano come facessi ad avere raccolti così abbondanti e come curassi molte malattie con le piante.Alla fine sono stata bruciata su un rogo.”
“La stessa sorte è toccata alla mia cara amica di Valbrona.Ci trovavamo spesso sul ponte oscuro ed eravamo talmente prese dalle nuove scoperte che facevamo sulle piante e le coltivazioni che facevamo un gran gesticolare per descrivercele a vicenda!”
“Sono stata chiusa in quella torre per così tanto tempo.Mi è mancata tantissimo la mia cascata, la mia terra, i miei monti, le mie erbe…perchè sono stati tanto cattivi con me? Volevo solo fare del bene ed aiutare la gente per quel che potevo.”
Smise di parlare osservando la vecchia torre come stesse guardando nel vuoto.Poi riprese:“L’invidia e l’ignoranza mi hanno ucciso ma il mio spirito non si fermerà mai.La mia anima non ha mai avuto pace per l’ingiustizia subita.Ma forse ora che sai la verità e potrai trasmetterla finalmente potrò stare serena.’
La signora fece un bel sorriso alla ragazza e l’accarezzò sulla guancia.Ellise ricambiò il sorriso e sentì la mano sul suo viso che lentamente perdeva consistenza fino a dissolversi completamente lasciando intorno un dolce e fragrante profumo di sambuco.La ragazzina sussurò ancora paonazza, con voce impercettibile: “Arrivederci…”
Ellise cominciò a raccontare alle sue amiche quello che aveva visto e quello che le disse la signora.La leggenda passò di casa in casa e si diffuse nelle valli circostanti.
La strega di Asso aveva finalmente trovato giustizia.
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Illustrazioni a cura di Fabrizio Chierichetti