C’era una volta la Luna.
Era una luna diversa da quella che tutti noi conosciamo oggi, era una luna viva e che possedeva una sua anima.
Quando ammiravi la luna piena lassù nel cielo ti accorgevi che gioiva, mentre guardava le meraviglie del pianeta azzurro intorno a cui ruotava.
C’erano grossi specchi d’acqua in cui lei si rifletteva e si era innamorata di un lago incastonato in mezzo ad alte montagne.
Vedeva da lontano quel piccolo fiore con tre petali, e desiderava portarlo a sé come succedeva con i mari, ma questo non accadeva, nonostante tutti i suoi sforzi.
La luna in quel lontano passato ben sapeva che il suo tempo stava per finire, sentiva che il suo cuore si stava spegnendo.
Quando vide un’ultima volta il piccolo lago da lei amato pianse.
Una lacrima di luna, le fu strappata dalla forza dell’astro azzurro e quella lacrima percorse le migliaia di chilometri di spazio che li separava.
Giunta nell’atmosfera la lacrima consumò tutta l’acqua di cui era circondata, ma il suo nucleo duro come un diamante continuò il viaggio.
Ormai ridotto a una forma ovale, precipitò a folle velocità in quello specchio d’acqua.
Fu in quel lago, ai giorni nostri conosciuto come triangolo lariano, che in quel lontano passato piombò a tutta velocità portando con sé una meraviglia.
L’impatto scosse le acque, immense onde si levarono verso il cielo tanta era la sua velocità e potenza.
Finì per urtare il fondo, provocando una profonda spaccatura e scavando la terra per più di 300 metri.
L’urto con il suolo infranse quello che era il suo guscio protettivo, dal quale uscì un piccolo uovo.
Il fondale lacustre buio lo cullò, proprio come lo spazio, laggiù in quelle fredde acque nacque il figlio della luna.
La luna del Lario ha grandi occhi per scrutare le profonde acque scure, un immenso corpo che teme il sole che ferisce la sua pelle.
Il Lario Moon si nasconde nell’anfratto più oscuro, in attesa che spunti nel buio la fredda luce lunare tanto amata.
In quelle notti, in cui la luna ormai senz’anima risplende più del solito, il Lario Moon la guarda brillare lassù in quello spazio di cielo incorniciato dalle alte vette che circondano il lago di Como.
L’enorme Lario Moon allora esce dall’abisso per salutare la sua silenziosa madre luna, in un balzo sempre più alto, nella speranza di raggiungerla e darle il suo bacio di cucciolo.
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