Digressioni

L’ importanza dell’ascolto

L’altra volta vi parlavo della meraviglia di raccontarsi ai propri figli. Di quanto sia sorprendente saper catturare la loro attenzione attraverso una storia,un racconto,seppure inventato.

Oggi voglio parlarvi,viceversa,di quanto sia importante saper ascoltare i nostri figli.

L’altra sera,ero sul divano e avevo voglia,anzi bisogno di riposarmi un pò. Mia figlia( Proprio quando mi si stavano per chiudere gli occhi)  ad un tratto salta su e mi dice: “Mami vuoi che ti descriva i personaggi fantastici di questo video gioco bla bla bla…” e io in testa mia “Ma proprio adesso?!!” e a lei: ” Certo tesoro,dimmi pure!;)” E così mia figlia parte con la descrizione ultra dettagliata di tutti i personaggi. Non solo. Mi fa anche i disegni di ognuno,con tutti i particolari. Sento che ci tiene. Che per lei è importante coinvolgermi e condividere con me questa cosa. Forse perchè di solito è con il papà che parla di videogiochi,ci si confronta. E’ un’ attività che spesso fanno insieme. Invece la mamma non è che ci sia molto portata…Diciamo. Spesso sembra che i nostri figli ci vogliano dire le cose quando noi non siamo predisposti. Sembra quasi lo facciano apposta a “Scegliere” i momenti meno opportuni. Quando siamo impegnati in altre faccende. Oppure come me l’altra sera,quando finalmente si vuole riposare un pochino! Ma credetemi,ne vale la pena. Ne varrà sempre la pena. Quando i nostri figli cercano la via della comunicazione con noi è sempre un evento positivo. Dovremo cominciare a preoccuparci quando non vorranno più farlo. Quando smetteranno di cercarci. Interrompiamo pure ciò che stavamo facendo. Rimandiamo a più tardi il famoso riposino. Mettiamo giù il telefono se serve. Ma ascoltiamo i nostri figli. Apprezziamo l’importanza dell’ ascolto.

Essere genitori,si sa, è il compito più difficile del mondo. Non ci sono istruzioni. Ma sebbene suoni forse banale e scontato,ESSERCI è probabilmente la cosa più importante. Ma non per la quantità del tempo che passiamo insieme a loro. E nemmeno, lasciatemelo dire, per la famigerata qualità del tempo che in maniera a volte meccanica e artificiosa ci ” costringiamo” a programmare. Per i figli,esserci significa semplicemente,rispondere quando ti chiamano. Dargli un parere su un disegno che hanno fatto. Fare la classifica su tutto;) Mia figlia per esempio suona il piano. Ogni tanto ci tiene che io l’ascolti. Ma sul serio,non per finta. Ecco si questo. I nostri figli vogliono che quando siamo insieme a loro ci siamo veramente. Non vogliono che facciamo finta. Amano la spontaneità. La verità. L’ essenziale.

Spero di avervi dato qualche spunto di riflessione.

Alla prossima.

 

Incipit

Qualcuno, verosimilmente Garcia Lorca, ma altri la attribuiscono a Jose Marti o a un antico detto cinese, scrisse che ci sono 3 cose che ogni persona dovrebbe fare nella propria vita:
“piantare un albero, avere un figlio e scrivere un libro.”

Al di là di questa frase interessante, che relaziono direttamente al concetto Zen:
“sposta un sassolino sul tuo cammino e non avrai vissuto invano”, scrivere un libro è un modo per lasciare traccia della propria coscienza.
Avevo in mente altro e ci sto lavorando, ma questo è un primo passo.
E’ un potente mezzo per lasciare a mia figlia o alle persone che mi conoscono una traccia di me.
E’ la forma più semplice di trasmissione di qualcosa di sè.
E principalmente l’abbiamo fatto per questo.Perchè tanti vorrebbero scrivere un libro.Ma pochi infine lo fanno veramente.Perchè ogni cosa richiede molto impegno e dedizione.
Il nostro libro è solo un libro di racconti e favole ed è qualcosa che per noi è un segno nel terreno, un sassolino spostato.
Se anche un giorno non ci sarò più, qualcosa di me sarà sempre scritto in quelle pagine.
E mia figlia potrà trovare lì un pezzo di me sempre.

Per me questo è molto importante e ci sto prendendo gusto, quindi forse ne scriverò altri, per me, per mia figlia e per chi,nonostante tutto, non vuole mai smettere di sognare.